Prima di descrivere le caratteristiche architettoniche della Basilica è opportuno ricordare che l’importanza di quella che un tempo era la cattedrale di Minori, dedicata alla Santa Croce, è legata alla presenza delle reliquie di Santa Trofimena, giovane martire di Patti in Sicilia, di cui si occupano le cronache medievali e vari scritti del nostro tempo. La tradizione vuole che le sue ossa furono rinvenute sulla spiaggia e depositate in un tempietto non lontano costruito per l’occasione. Nel 987 Minori divenne sede vescovile e restò tale fino al 1818, quando fu incorporata nella sede metropolitana di Amalfi. Come sede vescovile ebbe, così, la sua cattedrale edificata sopra la preesistente cappella sepolcrale della Santa. Nell’antico tempio, demolito verso la metà del XVIII secolo perché cadente, restano evidenti due absidi all’esterno dell’attuale Basilica: esso era orientato da nord a sud con facciata rivolta verso il mare e, cioè, ortogonalmente rispetto l’attuale. La Cappella fu interamente circondata dalla nuova costruzione e, subita qualche modifica strutturale, fu incorporata nell’attuale cripta. La costruzione dell’attuale Basilica ebbe inizio al tempo del vescovo di Minori Silvestro Stanà, che ne fu strenuo promotore, e si protrassero nel secolo successivo. La facciata principale, rivolta verso il mare, si eleva da un sagrato recintato da una balaustra in pietra che si trova a quota 2,50 m. sul piano stradale dal quale vi si accede per mezzo di un’ampia scala: con elementi architettonici e decorativi tipici del settecento, la facciata si suddivide in altezza in tre zone. La facciata si suddivide in altezza in tre zone. Sull’ingresso principale, sormontato da angeli tubanti, è posta una nicchia ovale al cui interno è situato il busto della Santa di fattura tardo barocca. Di lato alla chiesa si erge l’alto campanile che risale alla prima metà dell’ottocento in concomitanza con i lavori di completamento dell’intero complesso. Esso, a pianta quadrangolare di stile neoclassico, è diviso in altezza in tre ordini decorati con lesene e ampi finestroni arcuati in cui si intravedono le maestose campane. La base è a croce latina divisa in tre navate da pilastri sormontati da archi che determinano quattro varchi per lato. Sugli archi della navata principale, più alta rispetto alle navate laterali per dare più luce all’interno, corre una ricca trabeazione su cui poggia, a quota 11,90 m. di altezza, la volta a botte lunettata divisa nella sua lunghezza da arconi e rivestita da eleganti stucchi barocchi. In chiave di volta dell’arco trionfale vi è la riproduzione in stucco dello stemma della città di Minori. Nella navata centrale, in verticale con l’ingresso principale, in alto, vi è il quadro a contorni sagomati raffigurante S. Andrea, S. Trofimena e S. Matteo, compatroni di Minori. In fondo alla navata centrale, sul lato destro, dopo l’organo, si eleva il pulpito costituito da pregiati marmi su due colonne di broccatello, fatto eseguire nel 1616 da Tommaso Brandolino Vescovo di Minori. Alle tre navate segue l’ampio transetto che occupa buona parte dell’area antica della Cattedrale demolita. All’incrocio dei bracci si apre la bellissima cupola del diametro di 9,80 m. circa, impostata, senza tamburo, su quattro arconi sorretti da altrettanto grossi pilastri; i pennacchi sferici sono determinati dal passaggio della pianta quadrata a quella circolare. Questa cupola è protetta all’esterno da un tiburio ottagonale, con le coperture ravennate a tetto con tegole. Il presbiterio misura circa 16,60 m. di lunghezza e 10,60 m. di larghezza ed è coperto con volta a botte, nella prima parte, e con catino semisferico, per la parte terminale; tutto ricco di decorazioni a stucco dello stesso tipo del transetto e della cupola. In questo spazio, nella zona absidale, si erge il maestoso altare maggiore di marmi policromi ed intarsiati. Di rilevante valore artistico è la tavola della Crocifissione, dipinto da più parti attribuito a Marco Pino da Siena. Di particolare interesse è anche il trono vescovile, in marmo con baldacchino, di recente fattura in sostituzione di quello antico in legno, nonché le due cappelle che si aprono ai due lati del presbiterio. Nella zona sottostante il presbiteri è situata la Cripta di S. Trofimena, cui si accede da due scale curve rivestite di lastre di marmo bianco che si svolgono intorno a due pilastri che sorreggono la cupola. L’abside, profondo circa due metri, è occupato dall’altare di marmi policromi ove, in una nicchia vi è la statua in marmo della Santa, opera dello scultore Mario Casadio di Ravenna eseguita verso gli anni ’50 in sostituzione di quella in legno. In basso, sotto la mensa dell’altare, protetta da un vetro, vi è l’urna di marmo contenente le reliquie di S. Trofimena; sull’urna è scolpino un bassorilievo che raffigura la Martire in atteggiamento di chi dorme. Il pavimento è in marmo grigio e bianco che richiama quello della Basilica superiore che riflette la luce naturale che alla cripta viene dalle ampie finestre; è situato a 3,25 m. di altezza al di sotto del piano di calpestio del superiore presbiterio.